Una serata per riflettere, per
ricordare e per farsi gli auguri di Natale quella di sabato 13 dicembre
all'OMCeO della provincia di Cosenza. Un appuntamento che si ripete ogni anno,
come ha ricordato il Presidente Eugenio Corcioni, che ha presentato lui stesso
alcuni eventi di quelli previsti nel programma della manifestazione, che ha
contribuito alla raccolta di fondi in favore di Telethon. Oltre al titolo sulla
luce del cuore, significativo il sottotitolo “i Medici tra storia,
testimonianze di vita e versi”, quasi un gioco di parole che ha trovato
spiegazione nel corso della serata, durante la quale la presentazione di alcuni
libri ha consentito di “incontrarsi su traiettorie diverse”. Tre libri molto
particolari, ha sottolineato Corcioni, in presenza dei tre autori. “Dalla
condotta medica alle cure primarie” è il primo titolo che contiene ricordi,
riflessioni e considerazioni di Domenico Amato, medico, che nel suo libro
ripercorre gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza e poi quelli degli studi
universitari, per raccontare poi gli anni dell'esercizio della professione:
medico condotto a Panettieri, il più piccolo comune della provincia di Cosenza,
poi ufficiale medico a Verona e quindi dirigente nell'Asp di Cosenza. Amato ha
ricordato le trasformazioni che hanno interessato la sanità in Italia e com'è
cambiato il modo stesso di fare i medici oggi. La figura del medico condotto è
nata con l'Unità d'Italia e il medico condotto prendeva in carico l'assistito,
poi si è passati a modi diversi di essere medici, a seguito di riforme e di
diffusione delle tecnologie, cose positive, ma che non possono essere
sostitutive della funzione e del ruolo del medico. Oggi occorre recuperare il
concetto di medicina basata sulla persona. “Il Piombo e l'argento. La vera
storia del partigiano Facio” è il titolo del secondo libro. L'autore Carlo
Spartaco Capogreco, presentato da Agata Mollica, è un medico pediatra, ma che è
diventato associato di Storia contemporanea. Pur esercitando la professione
medica prima a Firenze poi in Calabria, ha coltivato negli anni la passione per
la Storia fino ad arrivare a scrivere questo libro che narra una vicenda molto
particolare, un episodio ancora oscuro: il 22 luglio 1944 Dante Castellucci
(Facio) viene giustiziato da un plotone di esecuzione dopo un processo
sommario. A fucilarlo non sono gli avversari, ma gli stessi appartenenti alle
fila della Resistenza, nonostante Castellucci si fosse distinto in diverse
operazioni, fosse stimato e ospitato nella cascina della famiglia di Alcide
Cervi, nelle campagne di Reggio Emilia. Il libro è uscito nel 2007, ha
raccontato Capogreco, ed è stato presentato in tante città italiane, tranne che
a Cosenza, dove però nel 1961 fu donata alla madre di Castellucci una medaglia
d'argento con una motivazione farlocca. Fu intrapresa un'iniziativa per farle
ottenere una medaglia d'oro con la motivazione vera. “Malattia e morte di un
imperatore: Alessio I Comneno” è la tesi di laurea di Roberto Pititto,
consigliere dell'Ordine di Cosenza. E' stato come tornare al capezzale
dell'imperatore 900 anni dopo la sua morte e tentare una perizia, ha commentato
Pititto, rispondendo alle domande di Francesco Romeo. L'imperatore Alessio è
morto nel 1119, a 61 anni, che era una bella età per quell'epoca. Determinante
per capire la sua rapida e fatale malattia è ciò che lascia scritto la figlia
Anna che assistette il padre in ogni momento, assieme ai medici, che,
ovviamente, allora non avevano strumenti diagnostici: pensavano all'epilessia o
genericamene a una malattia respiratoria, ma, a giudicare dalla descrizione dei
sintomi, dalla velocità della progressione della malattia che portarono Alessio
alla morte in poche settimane, 900 anni dopo si può affermare che si sia
trattato di un tumore linfatico. “Abbiamo voluto parlare di queste tre storie
perché sono davvero molto singolari e svelano quale sia il ruolo del medico in
rapporto alla società in epoche diverse”, ha detto Corcioni. La serata è stata
caratterizzata da altri momenti: Emilia Zicari ha recitato, accompagnata da
Andrea Magnelli al clarinetto, versi di De Filippo, Trilussa, Pascoli, Ruocco e
Russo. Le poesie di Giacomo e Paolo Guglielmelli hanno rappresentato atmosfere
e nostalgie del Natale. Ancora poesia con Fiorenza Cosenza (Natale i 'na vota).
Pietro Testa e Vito Romagno hanno portato la testimonianza dell'attività
dell'Unione Italiana Ciechi e degli ipovedenti. Gli intermezzi musicali sono
stati affidati a Giusy Bartoletti, Giusto e Francesco Zappone e Domenico
Tarsitano della band Controritmo. Orfeo Notari Stefano Articolo pubblicato in:
News
http://portale.fnomceo.it/fnomceo/showArticolo.2puntOT?id=126025
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