Crediamo faccia piacere conoscere i successi conseguiti da alcuni nostri grandi Autori:
Nazario Pardini:
Premio Letterario "Portus Lunae", Portovenere, premiazione 25/12/2012. Fuori concorso "Premio alla carriera per alti meriti letterari".
Premio Letterario Internazionale "Tulliola/Renato Filippelli". Premiazione 12/03/2013 al Castello Miramare di Formia per l'opera: Alla volta di Leucade.
Premio Letterario "Massa Città fiabesca di mare e di marmo". Premiazione al Teatro dei Servi di Massa il 29/09/2012 per l'opera: Scampoli serali di un venditore di arazzi.
Premio Letterario editoriale "Libero De Libero", Fondi. Premiazione 2/12/2012 al Castello di Fondi: Pubblicazione della Silloge vincitrice "Colloquio con il mare e con la vita".
Premio Letterario "Portus Lunae", Portovenere, premiazione 25/12/2012. Fuori concorso "Premio alla carriera per alti meriti letterari".
Premio Letterario Internazionale "Tulliola/Renato Filippelli". Premiazione 12/03/2013 al Castello Miramare di Formia per l'opera: Alla volta di Leucade.
Premio Letterario "Massa Città fiabesca di mare e di marmo". Premiazione al Teatro dei Servi di Massa il 29/09/2012 per l'opera: Scampoli serali di un venditore di arazzi.
Premio Letterario editoriale "Libero De Libero", Fondi. Premiazione 2/12/2012 al Castello di Fondi: Pubblicazione della Silloge vincitrice "Colloquio con il mare e con la vita".
Conferimento "LAUREA APOLLINARIS", equivalente ad un
maggior prestigio del "Premio alla Carriera" a sommi Poeti di alto
livello da parte della Presidenza del "Premio Internaziionale di
Poesia "Milano-Streghetta". Milano.
Seguono altri Premi di finalista o premi speciali. E vari riconoscimenti alla carriera.
"Toscana in Poesia", Premiazione Royal Viareggio 03/06/2012
"Premio il Forte", Premiazione Villa Bertelli Forte Dei Marmi 09/06/2012
"Premio Via Francigena", Premiazione Brescia 10/06/2012
"Premio Micheloni - Val Di Vara" La Spezia Premiazione 24/06/2012
DICOTOMIE di Nazario Pardini
di Ninnj Di Stefano Busà
Si può dire che ormai Nazario Pardini si presenti
come uno dei poeti di grande e notevole spessore del secondo Novecento
italiano. Ciò che colpisce di primo acchito è la sua capacità espressiva rigorosamente
sintetica che ha conservato, delle prime opere, la schiettezza e l’incanto
stilistico, oltre che l’efficacia di una fervida creatività e fantasia. La sua
poesia è profonda, illuminata, incisiva con un nitore e una fluidità
eccezionali.
Si tratta davvero di un libro diverso, insolito e
stupefacente, il suo Dicotomie perché fuori dagli schemi, nonché diverso anche
dai suoi precedenti. Dunque, ritengo
sia l’opera della piena maturità, il “clou” della sua attività poetica,
incardinata nel senso della vita di cui ha percorso ogni tratto di strada, ogni
sentiero impervio, ogni segmento vitale e ogni morte del passato, tra interiore
ed esteriore, tra sacro e profano. Il poeta è perfettamente in sintonia con
quell’idea di “poesia onesta” di sabiana memoria, una parola che non sia
artefatta, arzigogolata e non si compiaccia del proprio potere magico che pure
ha a iosa, ma che aderisca alla vita, all’idea di onestà del linguaggio, in una
prospettiva storica e umana che ne contenga principi spontanei e linearità,
visione della realtà e condivisione con gli altri. In questo libro Nazario
Pardini raggiunge la perfezione senza nulla perdere in termini di fascino, d’eleganza
della scrittura. Il poeta possiede il carisma come strumento di suggestione
poetica, vi si evincono precisione d’immagini, testi memorabili e folgoranti.
Sufficienti pochi versi per capire come l’autore sappia coniugare alla
perfezione tutti i capitoli della sua storia con estrema semplicità, con
sofferta e matura sensibilità emozionale, consegnandoci spaccati di vita e di
memoria inossidabili. La poesia di Nazario Pardini è intessuta di nostalgia, si
respira in abbondanza una diffusa serenità, in atmosfere calde e suggestive. “non profumano più quei bocci bianchi;/ ci
sono uccelli a branchi/ che roteano largamente sui detriti/ dell’ingordigia
umana”. L’accento viene posto con lucidità, ma anche con tenero distacco,
con sensazioni e pensieri che si avvalgono di un linguismo chiaro, nitido,
semplice, raffinato che possiede la grande capacità di testimoniare sul piano
letterario un livello che salta all’occhio, per la grande compostezza del
modulo espressivo, la trasparenza e la levigatezza del verso.
Segno di grande maturità e autentica vocazione, voce
limpida che sa giungere direttamente al cuore del lettore:
“Facemmo un
ombrello di carta e la sera
ci avvicinò
con l’aria
seviziata
dai guizzi del tramonto.
Restammo
assieme a lungo
sotto il
battito
di quella
volta fragile.
Poi il
silenzio
di me che
non sapevo il giorno,
di te che ti
affidavi a sera
delle parole
al volo,
ci cullò
quasi vestito
dei fremiti
del mare.
Andare,
andare era il tuo sogno.
Al semaforo
un emigrante lavavetri
cercava tra
i colori delle case
un qualcosa
che portasse al suo paese.”
Anche il pensiero poetante illuminato dalla luce
spirituale è un tratto distintivo di Nazario Pardini: i toni epico-lirici sono
pervasi da una tensione orfica e di un trasfondere di coscienza che si evince e
si individua come autentico e matamorfico coacervo di storia, che indaga il tempo
e gli eventi, l’umanità e la divinità dell’universale che non si limitano a
descrivere momenti solo alti, ma va al di là, oltre la ferita umana, oltre la
fatica esistenziale per rivendicare un po’ d’infinito, quantomeno, la
sensibilità di un “perdono” a qualche nota stonata, a qualche rievocazione di
silenzio trafitto, che evidenzia e mette in luce il pianto e il dolore
universali, tra i riconoscibili segni di questo ottimo poeta. Insomma un libro
che c’è, è presente, si fa riconoscere, raggiunge note alte, armonizzandosi
alla coscienza planetaria. Si presenta carismatico col segno preminente della pietas, tra gli aneliti estremi del
perdono che si configura come immagine di un simbolismo misterico assoluto che pare
redimere e del quale tutti ne costruiamo la spiritualità e i sentimenti,
umanizzandone solitudini e assenze e aprendo il cuore alla bellezza del creato.
Superlativi ad es. questi versi in memoria della madre:
“Non di rado,
alla sera,
il tramonto si gonfiava
per toccare
coi suoi colori d’oro
la mota di
quei solchi. E mia madre
si stupiva
davanti a quei colori,
davanti a
quella volta iridescente.
Con il
falcino in mano, e il volto stanco,
ammirava,
stupita,
quei giochi
del tramonto sopra il campo.
La straordinarietà della poesia di Pardini consiste
nel voler sottrarre la bellezza della natura, del sogno, del mito agli
annichilenti artigli del tempo, alle incidenze delle scoloriture e recuperarle
alla vita, limitandone l’entropia e la corruzione, prolungando fin dove
possibile le accensioni sublimi delle sue cromature, dei suoi riverberi,
fermandone le note essenziali in atmosfera d’anima, con la struggenza
ineluttabile e tragica della partecipazione, attraverso il sortilegio del
ricordo o di una parola intensa e metafisica che possa limitare i danni della sua
autodistruzione nei correlativi analogici oggettivi di eliotiana memoria.